Così suonava la musica, una mattina alle cinque o forse le sei o anche le quattro, non importa, è tutto quel che c'era da dire. Ho deciso di riportare gli appunti che ho preso durante il viaggio, collegandoli e traducendo a volte le righe scritte in preda ai fumi dell'alcol, ché se avessi avuto il pc avrei postato proprio quelle parole.
Buona lettura, spero di non annoiarvi.
Quando comprammo il biglietto aereo per Atene, non pensavamo di certo che sarebbe andata così. Anche quando comprammo i biglietti per Sefiros, non avremmo mai immaginato di finire ad un matrimonio ortodosso.
L'imprevedibilità e la flessibilità sono state le uniche costanti di questa vacanza greca, a dispetto della mia solita super pianificazione. Ed è stato forse per questo che più che una vacanza è stato un viaggio, e se vacanza è stata lo è stata dalla normalità ("Noi in vacanza facciamo quello che non facciamo durante l'anno", Gigio cit.).
Si parte da Malpensa (grazie Gaetano) e come di consueto ultima sigaretta simpatica prima di imbarcarci. Si vola con una carretta Alitalia, ma il bello arriva nella saletta VIP di Fiumicino; non tanto per la bellezza degli arredamenti, quanto per le birrette e i Martini aggratis che ci ingolliamo in una mezzoretta prima di volare in Business ad Atene. Sul volo salvietta rinfrescante e pranzo -e doppio vinello- ci accompagnano in un dolce sonno. A mala pena ricordo l'atterraggio, che ancora la testa era un po' intontita. Poi un bus ci porta al terminal dei bus: minchia, i balcani, alla faccia della città olimpica. Prendiamo un autobus moderno, in 7 compreso l'autista. 550 km e 6 ore scarse dopo siamo alla stazione di Salonicco. Se Atene erano i balcani, qui siamo in Romania. Architettura comunista a bestia, lavori in corso e cani randagi ci accolgono mentre aspettiamo Iordanis, che arriva con un cappello di paglia in testa e le ciabbatte ai piedi. Ci porta nella sua casa, e neanche il tempo di chiudere la bocca e siamo già stesi e dormienti sul letto.
La mattina dopo siamo già in macchina verso Halkidiki, verso il campeggio e verso il mare. Montiamo la tenda e ci si tuffa direttamente in un'acqua cristallina, ma io già anelo ad un sonnellino sulla sabbia, mentre Gi'&Iordi guardano il pallone come fossero bambini appena suonata la campanella. Incontriamo Vassiliki e le sue amiche, stiamo in spiaggia finchè il sole non è tramontato da un bel pezzo.
Il giorno dopo il taccuino recita: stanotte abbiamo dormito sotto un albero, l'Albero della saggezza, scavando nella sabbia la nostra culla della civiltà. Sempre meglio che dormire nell'Area K61, la più sfigata dei tre piedi di Halkidiki, piccola, ondulata e al sole. Molto belle fresche e comode e soprattutto libere tutte le altre. Sfigati. Un po' come Riberry/Pistorius, la donna con la minor carica vitale di tutta la Magna Grecia e dintorni. Ci sarebbe da dedicarle un intero capitolo di un ipotetico libro, ma questa è un'altra storia (visto? mi so anche autolimitare, nda).
In spiaggia trovo Gigio che col panino sullo stomaco si tuffa plastico per prendere una palla vagante. Gioca a racchettoni con le ragazze che abbiamo incontrato ieri sera al bar. Eravamo lì, una bottiglia di vodka seccata in un attimo e una di succo abbandonata sul tavolino (è analcolica, non serve). Manco a farlo apposta, non appena Riberry ci ha salutato, liberandoci dalla sua spirale nichilista, eccoci ad ostentare, per noi caso più unico che raro, la nostra turistica italianità, complice Iordanis col suo spionaggio (anche se a volte...). Un gintonic e un numero imprecisato di sigarette scroccate ci lanciano al centro dell'attenzione. Si intromettono nel gioco una decina di greci, uno dei quali si fa figo con me perchè una volta l'AEK ha battuto il Milan. Si scoprirà poi ce lo stesso produce bare, un personaggio da portare sempre con te, insomma.
Fatto sta che l'unico saggio della combriccola è un vecchio che Iordanis definisce "il filosofo". Dice il Filosofo che siamo 16 malakas (stronzi) dietro a tre vacche grasse, e che lui è il diciassettesimo. E dice anche che la figa traina le navi. Finisce che ci invita ad andare alla paralia (spiaggia) con le tre tizie, ritorna il tifoso a rompere l'atmosfera col suo cazzo di pallone parlato, e noi ci si tuffa in mare, noncuranti nemmeno della mutanda bianca. Quando usciamo e ce ne andiamo a casa, tornano le ragazze coi costumi. Ma ormai è tardi, in tenda a prendere i sacchi di pelo e poi albero della Saggezza.
La sera dopo la scena in spiaggia si ripete, noi questa volta ci scoliamo 3 bottiglie di Vodka-sabbia e otteniamo il seguente risultato: Iordanis ubriaco da il suo numero al famigerato Muratore Femmina, e Gigio passa tutta la serata appresso ad una parlandole in spagnolo delle stelle, dei riflessi sul mare (tutti astronomi quando si tratta di figa! nda) senza ottenere nemmeno un bacio umido. Iordanis preferirebbe andare nella tenda col Filosofo, per dire.
Si torna a Salonicco, che fin qui era tutto previsto. Fin qui.
Giro in macchina a vedere Thessaloniki, che sembra un po' Il Cairo per le case bianche, un po' Istanbul per le vie intricate e case semi-diroccate, un po' Belgrado per l'aria balcan che si respira. Merito di una guida indigena, mi innamoro della città tanto che non mi metto nemmeno più la cintura in auto. La sera andiamo a mangiare in un posticino veramente carino, mangiamo cucina fusion (per la gioia di Gra) turco/greca, e appena conosciamo gli amici di Iordi, ci convinciamo che no, non possiamo andarcene il giorno dopo. Passiamo la serata bevendo e fumando e ridendo, finchè il cellulare di Iordi squilla; è il Muratore! Tassos è entusiasta, Iorgos già se la ride, Iordanis suda freddo. Arriva poco dopo il Muratore, con Pompini e Tette (soprannomi alquanto spiccioli, ma significativi). Che trio, dio bon! In poco, pochissimo tempo -diciamo un gintonic e mezzo, per capirci- finiamo a camminare verso le macchine, verso Panorama (Panoramawood, che pareva la collina sopra LA con tanto di scritta neon). Pompini era un po' preoccupata che guidasse Iordanis, così lo sottopone al seguente alcol-test: "Ti ricordi il tuo nome? E quante sono queste dita?". Iorgos sbuffando: "FISICA NUCLEARE!", e tutti giù a ridere. Una volta a casa io volevo esportare il gioco del ghiaccio, ma il ghiaccio non c'era. Finisce che Gigio si sacrifica per la squadra, e mente spudoratamente quando il Muratore gli chiede dei condom. Va beh la squadra, ma a tutto c'è un limite, vero Gi'?
Giovedì si recupera Pablo, e il Venerdì si ritorna al campeggio Armenistis, che c'è un dj set in spiaggia organizzata da AthensVoice (tipo uno Zero2 evoluto), con sponsor la Retsina, una specie di vino bianco da muratori -femmina?-, col quale aumentiamo immediatamente il nostro grado alcolico. Non potevamo rinunciare al nostro VodkaOrangeSabbia, ovviamente, così bel belli timbriamo anche il 7imo giorno consecutivo da ubriachi. Musica bellina ma non troppo, gente simpa ma non troppo. Alle 5 (o alle 6, o forse le 4, boh!) arriva Andreas senza maglietta e racconta -credo- di una scopata, o di una striscia di coca (Coca a parte, vi ricorda qualcuno?). Il tutto mentre Pablo&Gigio, andate via anche le ultime rimastone da baccagliare, discutono di isole greche, di divertimento, di figa. Poi i greci iniziano a sputarsi addosso, e poi non mi ricordo più. Grazie al taccuino ricostruisco il giorno dopo: Gigio è pieno di graffi. Pablo è scomparso. Iordanis sembra sano, ma io ho una mano dolorante.
Ok, ragioniamo. Gigio Jesus Christ è finito su un roseto, spinto dall'orda italo-greca impazzita e ubriaca che rincorre una pallina da tennis (il pallone l'avevamo perso ore prima). Pablo potrebbe essere stato arrestato per pedofilia, Iordanis forse ancora sta cercando le lenti che Gigio gli ha rovesciato, io mi preoccupo di togliermi le schegge di vetro dalla mano. Bella serata!
Guido io fino a Salonicco, e il report ci porta direttamente alla mattina dopo.
"L'Amore è un viaggio da ferita a ferita, l'Amore è un viaggio da festa a festa (Tripes)".
Reduci da una cosa assurda, tanto assurda quanto folkloristica, tanto folkloristica quanto pura. Il prequel del grasso grosso matrimonio greco, versione salonicchese. Quella Grecia che mai mi sarei immaginato di vedere, figurarsi l'italiano medio. Una festa pre-matrimonio a casa della sposa, alla quale arriviamo tardi perchè per mezz'ora ci perdiamo per la tangenziale di Thessaloniki, con tanto di multi-inversione per le strade, crisi di nervi di Iordanis e risate a crepapelle di Gigio. Alla festa entriamo come pesci fuor d'acqua, ne usciremo salutando a due braccia alzate.
Beviamo vino, un tizio con la faccia da serbo stupratore si preoccupa solo che le nostre bottiglie fossero sempre piene, e noi che i nostri bicchieri si svuotassero in fretta. Yamas Yamas, Gigio versione D&G (fighissimo) è in splendida forma, io getto la vergogna oltre la simpatia di Maria (la Iordi's sister) e partecipo alle danze. Balliamo coi greci ad una festa per greci. Facciamo girare le vecchie e ridiamo alticci. Pablo fa i passi di un ballo tipico galiziano, e se ne fotte della loro tradizione ed è contento. Facciamo e pensiamo bruttezza (con la sposa, col cane della sposa, col tavolo...), alla faccia di quel day che avrebbe dovuto essere OFF (Alcol-OFF).
Mentre si torna a casa in macchina "Anche tu 6 di Foggia" suona dalla radio, e dallo slancio Gigio si butta sui sedili davani mostrando il culo; dietro di noi madre+padre di Iordanis ci scortano, e va beh. Ci fermiamo sul lungomare fighetto, conosciamo Gregoris che vive e lucra a Londra, ha preso un tavolino col Pampero e i vasetti di ghiaccio e la macedonia di frutta. Pablo si scatena, noi assaporiamo il profumo della figa ricca di soldi neri, e si va via. A casa fumiamo le ultime due sigarette che il padre della sposa ci ha regalato (!), musica, and that's it.
La mattina dopo, inteso come 24 ore dopo, abbiamo addosso la sensazione di aver presenziato ad un evento fantastico, di essere stati capaci di partecipare ad una gioia collettiva. Se ci aggiungete i 20 and more bicchieri di vino e il pochissimo cibo mangiato (cosa mai vista ad un matrimonio italiano), potete comunque solo immaginare l'energia che ci pervadeva in quel momento. Tanto che si discute alle 4 di mattina di balli galiziani e greci, di cultura e apertura...perchè stupirsi?
I fatti: quando la sposa Elena ha aperto la porta della macchina davanti alla chiesa, ha visto Gigio&me per primi (o ultimi, da nubile) e ci fa: "Hi guys!". Capito? Alla fine della festa gli invitati più stretti si chiedevano dove fossero gli italiani, perchè non ballavano ancora (noi eravamo a telefonare a Gaetano, auguri!). Iordanis, dall'entusiasmo, nel salutare la sposa la bacia sulla boccaL'esperienza più greca della nostra vita.
Mi addormento appena dopo sentire Iordanis pronunciare: "sono COSMOPOLITAN, come la rivista", all'interno di un discorso sul mondo multietnico.
Il giorno dopo si parte finalmente per un'isola, Samothraki. I gabbiani inseguono la nave, così vicini che sembra possibile toccarli. Sul ponte un gruppo di arzilli vecchietti se la canta felice, con tanto di testi scritti e pose per i fotografi. Son tanto coccoli che Iordanis vuole invecchiare, ma anche per poter camminare con le mani giunte dietro la schiena senza che nessuno lo pigli per il culo. L'unico che non gradisce è Gigio, che nemmeno abbandonato il porto già era spiaggiato, ma i cori gli impedivano di dormire... Pablo è lì, sembra a suo agio come uomo di mare, e poi i suoi capelli sventolanti al vento son già di per loro uno spettacolo. Forse pensava ai come erano meglio le navi galiziane.. Sbarcati sull'isola ci accampiamo in un campeggio antifascista, situation hippye, bonghi, birrette da asporto e sigarette contate: questa sarà la nostra prima serata off, dopo 9 di ubriachezza a volte molesta. Ci voleva evidentemente un'isola per isolarci da questo trend.
I giorni dopo trascorrono tranquilli, tra sole e spiaggia, e cene e vino. Poco da annotare sul taccuino insomma, tranne una nota: Bruttezze, ovvero cronaca di un approccio. Trascrivo. Dopo aver cenato in una taverna, aver sbevazzato sipuro e discusso di capitalismo ed esserci dati degli idealisti (in vino veritas: senza idea non c'è cambiamento), ci rendiamo conto di esserci fumati, nella foga della discussione, quasi tutte le sigarette. Speriamo nel market del campeggio, ma è chiuso. Spinto da Pablo e dalle sue scimmie, Iordanis lo accompagna all'inseguimento di alcune tipe in cerca di tabacco (sè, tabacco..). Si inizia con le solite domande da carta d'indentità e col solito teatrino: noi portiamo l'alcol, beviamo solo noi come mmerde e le tipe rimangono sobrie e vigili.Mah. Forse c'è qualcosa in questa tattica perfetta che non funziona... Gigio parte attore, Pablo col suo fantastico mondo galiziano, io rollo sigarette per tutti. E intanto il gin e il rhum puri iniziano a scendere. Quando finalmente siamo di nuovo ubriachi, che se ne sentiva la mancanza, inizia il peggio del repertorio di Pablo, lo zoo. Versi di animali vari, gesti di bestie immaginarie ci portano verso il fondo dell'Arca di Noè. In qualche modo spegniamo Pablo e si torna in tenda, dopo aver parlato con due giovani pescaresi in interrail.
Il resto della cronaca dell'approccio a queste tipe è un succo concentrato di eventi tragici, comici, di cose da non fare se vuoi rimorchiare. Tipo, invitarle la mattina in spiaggia, vedere dove si posizionano, e andare dalla parte opposta. Avvicinarle dicendo che ce ne stiamo andando a prendere un po' di sole in un'altra spiaggia e poi ci sdraiamo all'ombra vicino a loro a leggere i nostri libri. Dar loro un appuntamento per cena e lasciarle ad aspettarci ore mentre ci improvvisavamo Grisù per spegnere un incendio (vero, bello, tragico. Pericoloso, ma non troppo. Emozionante). E per di più ritrovarle dopo, che ci avevano portato l'agnello avanzato, e senza quasi ringraziarle metterci a mangiare in un posto fangoso e poco adatto a delle signorine (ma noi avevamo appena sfidato il fuoco, tsk!).
Alla fine siamo riusciti a passare una sera con le ragazze. Nel mezzo, oltre all'incendio, le cascate e una litigata con Pablo. Il quale nell'ultimo pomeriggio recluta Iordanis per andare ad invitarle a cena. Volevamo mangiare pesce, l'ultima sera. Siam finiti a pitaghyros e souvlaki (non garantisco l'ortografia) e birre e vino (bruttezze go on). L'atmosfera era finalmente rilassata, Pablo e il suo show in mezzo alle fighe, Iordanis col cappello di paglia e le mani nel miele, Gigio in relax a rollare le sigarette di Ianis, un saggio ascetico buddista dalle infinite risorse di tabacco e aggiuntine. Io faccio innamorare una greca con la Francia in testa, il che rappresenta il 25% del nostro successo comune.
Il resto sono 23 ore per fare Salonicco-Milano, via Atene e relativa VIP lounge, la hostess Quattromani che genera la nostra ilarità, e siccome noi non siamo gente da tisane, nonostante le valigie perse (grazie cmq Alitalia), appena arrivati a casa vuoi non farti un paio di birrette con gli amici milanesi? Giusto per contiuare le urban holidays!
L'imprevedibilità e la flessibilità sono state le uniche costanti di questa vacanza greca, a dispetto della mia solita super pianificazione. Ed è stato forse per questo che più che una vacanza è stato un viaggio, e se vacanza è stata lo è stata dalla normalità ("Noi in vacanza facciamo quello che non facciamo durante l'anno", Gigio cit.).
Si parte da Malpensa (grazie Gaetano) e come di consueto ultima sigaretta simpatica prima di imbarcarci. Si vola con una carretta Alitalia, ma il bello arriva nella saletta VIP di Fiumicino; non tanto per la bellezza degli arredamenti, quanto per le birrette e i Martini aggratis che ci ingolliamo in una mezzoretta prima di volare in Business ad Atene. Sul volo salvietta rinfrescante e pranzo -e doppio vinello- ci accompagnano in un dolce sonno. A mala pena ricordo l'atterraggio, che ancora la testa era un po' intontita. Poi un bus ci porta al terminal dei bus: minchia, i balcani, alla faccia della città olimpica. Prendiamo un autobus moderno, in 7 compreso l'autista. 550 km e 6 ore scarse dopo siamo alla stazione di Salonicco. Se Atene erano i balcani, qui siamo in Romania. Architettura comunista a bestia, lavori in corso e cani randagi ci accolgono mentre aspettiamo Iordanis, che arriva con un cappello di paglia in testa e le ciabbatte ai piedi. Ci porta nella sua casa, e neanche il tempo di chiudere la bocca e siamo già stesi e dormienti sul letto.
La mattina dopo siamo già in macchina verso Halkidiki, verso il campeggio e verso il mare. Montiamo la tenda e ci si tuffa direttamente in un'acqua cristallina, ma io già anelo ad un sonnellino sulla sabbia, mentre Gi'&Iordi guardano il pallone come fossero bambini appena suonata la campanella. Incontriamo Vassiliki e le sue amiche, stiamo in spiaggia finchè il sole non è tramontato da un bel pezzo.
Il giorno dopo il taccuino recita: stanotte abbiamo dormito sotto un albero, l'Albero della saggezza, scavando nella sabbia la nostra culla della civiltà. Sempre meglio che dormire nell'Area K61, la più sfigata dei tre piedi di Halkidiki, piccola, ondulata e al sole. Molto belle fresche e comode e soprattutto libere tutte le altre. Sfigati. Un po' come Riberry/Pistorius, la donna con la minor carica vitale di tutta la Magna Grecia e dintorni. Ci sarebbe da dedicarle un intero capitolo di un ipotetico libro, ma questa è un'altra storia (visto? mi so anche autolimitare, nda).
In spiaggia trovo Gigio che col panino sullo stomaco si tuffa plastico per prendere una palla vagante. Gioca a racchettoni con le ragazze che abbiamo incontrato ieri sera al bar. Eravamo lì, una bottiglia di vodka seccata in un attimo e una di succo abbandonata sul tavolino (è analcolica, non serve). Manco a farlo apposta, non appena Riberry ci ha salutato, liberandoci dalla sua spirale nichilista, eccoci ad ostentare, per noi caso più unico che raro, la nostra turistica italianità, complice Iordanis col suo spionaggio (anche se a volte...). Un gintonic e un numero imprecisato di sigarette scroccate ci lanciano al centro dell'attenzione. Si intromettono nel gioco una decina di greci, uno dei quali si fa figo con me perchè una volta l'AEK ha battuto il Milan. Si scoprirà poi ce lo stesso produce bare, un personaggio da portare sempre con te, insomma.
Fatto sta che l'unico saggio della combriccola è un vecchio che Iordanis definisce "il filosofo". Dice il Filosofo che siamo 16 malakas (stronzi) dietro a tre vacche grasse, e che lui è il diciassettesimo. E dice anche che la figa traina le navi. Finisce che ci invita ad andare alla paralia (spiaggia) con le tre tizie, ritorna il tifoso a rompere l'atmosfera col suo cazzo di pallone parlato, e noi ci si tuffa in mare, noncuranti nemmeno della mutanda bianca. Quando usciamo e ce ne andiamo a casa, tornano le ragazze coi costumi. Ma ormai è tardi, in tenda a prendere i sacchi di pelo e poi albero della Saggezza.
La sera dopo la scena in spiaggia si ripete, noi questa volta ci scoliamo 3 bottiglie di Vodka-sabbia e otteniamo il seguente risultato: Iordanis ubriaco da il suo numero al famigerato Muratore Femmina, e Gigio passa tutta la serata appresso ad una parlandole in spagnolo delle stelle, dei riflessi sul mare (tutti astronomi quando si tratta di figa! nda) senza ottenere nemmeno un bacio umido. Iordanis preferirebbe andare nella tenda col Filosofo, per dire.
Si torna a Salonicco, che fin qui era tutto previsto. Fin qui.
Giro in macchina a vedere Thessaloniki, che sembra un po' Il Cairo per le case bianche, un po' Istanbul per le vie intricate e case semi-diroccate, un po' Belgrado per l'aria balcan che si respira. Merito di una guida indigena, mi innamoro della città tanto che non mi metto nemmeno più la cintura in auto. La sera andiamo a mangiare in un posticino veramente carino, mangiamo cucina fusion (per la gioia di Gra) turco/greca, e appena conosciamo gli amici di Iordi, ci convinciamo che no, non possiamo andarcene il giorno dopo. Passiamo la serata bevendo e fumando e ridendo, finchè il cellulare di Iordi squilla; è il Muratore! Tassos è entusiasta, Iorgos già se la ride, Iordanis suda freddo. Arriva poco dopo il Muratore, con Pompini e Tette (soprannomi alquanto spiccioli, ma significativi). Che trio, dio bon! In poco, pochissimo tempo -diciamo un gintonic e mezzo, per capirci- finiamo a camminare verso le macchine, verso Panorama (Panoramawood, che pareva la collina sopra LA con tanto di scritta neon). Pompini era un po' preoccupata che guidasse Iordanis, così lo sottopone al seguente alcol-test: "Ti ricordi il tuo nome? E quante sono queste dita?". Iorgos sbuffando: "FISICA NUCLEARE!", e tutti giù a ridere. Una volta a casa io volevo esportare il gioco del ghiaccio, ma il ghiaccio non c'era. Finisce che Gigio si sacrifica per la squadra, e mente spudoratamente quando il Muratore gli chiede dei condom. Va beh la squadra, ma a tutto c'è un limite, vero Gi'?
Giovedì si recupera Pablo, e il Venerdì si ritorna al campeggio Armenistis, che c'è un dj set in spiaggia organizzata da AthensVoice (tipo uno Zero2 evoluto), con sponsor la Retsina, una specie di vino bianco da muratori -femmina?-, col quale aumentiamo immediatamente il nostro grado alcolico. Non potevamo rinunciare al nostro VodkaOrangeSabbia, ovviamente, così bel belli timbriamo anche il 7imo giorno consecutivo da ubriachi. Musica bellina ma non troppo, gente simpa ma non troppo. Alle 5 (o alle 6, o forse le 4, boh!) arriva Andreas senza maglietta e racconta -credo- di una scopata, o di una striscia di coca (Coca a parte, vi ricorda qualcuno?). Il tutto mentre Pablo&Gigio, andate via anche le ultime rimastone da baccagliare, discutono di isole greche, di divertimento, di figa. Poi i greci iniziano a sputarsi addosso, e poi non mi ricordo più. Grazie al taccuino ricostruisco il giorno dopo: Gigio è pieno di graffi. Pablo è scomparso. Iordanis sembra sano, ma io ho una mano dolorante.
Ok, ragioniamo. Gigio Jesus Christ è finito su un roseto, spinto dall'orda italo-greca impazzita e ubriaca che rincorre una pallina da tennis (il pallone l'avevamo perso ore prima). Pablo potrebbe essere stato arrestato per pedofilia, Iordanis forse ancora sta cercando le lenti che Gigio gli ha rovesciato, io mi preoccupo di togliermi le schegge di vetro dalla mano. Bella serata!
Guido io fino a Salonicco, e il report ci porta direttamente alla mattina dopo.
"L'Amore è un viaggio da ferita a ferita, l'Amore è un viaggio da festa a festa (Tripes)".
Reduci da una cosa assurda, tanto assurda quanto folkloristica, tanto folkloristica quanto pura. Il prequel del grasso grosso matrimonio greco, versione salonicchese. Quella Grecia che mai mi sarei immaginato di vedere, figurarsi l'italiano medio. Una festa pre-matrimonio a casa della sposa, alla quale arriviamo tardi perchè per mezz'ora ci perdiamo per la tangenziale di Thessaloniki, con tanto di multi-inversione per le strade, crisi di nervi di Iordanis e risate a crepapelle di Gigio. Alla festa entriamo come pesci fuor d'acqua, ne usciremo salutando a due braccia alzate.
Beviamo vino, un tizio con la faccia da serbo stupratore si preoccupa solo che le nostre bottiglie fossero sempre piene, e noi che i nostri bicchieri si svuotassero in fretta. Yamas Yamas, Gigio versione D&G (fighissimo) è in splendida forma, io getto la vergogna oltre la simpatia di Maria (la Iordi's sister) e partecipo alle danze. Balliamo coi greci ad una festa per greci. Facciamo girare le vecchie e ridiamo alticci. Pablo fa i passi di un ballo tipico galiziano, e se ne fotte della loro tradizione ed è contento. Facciamo e pensiamo bruttezza (con la sposa, col cane della sposa, col tavolo...), alla faccia di quel day che avrebbe dovuto essere OFF (Alcol-OFF).
Mentre si torna a casa in macchina "Anche tu 6 di Foggia" suona dalla radio, e dallo slancio Gigio si butta sui sedili davani mostrando il culo; dietro di noi madre+padre di Iordanis ci scortano, e va beh. Ci fermiamo sul lungomare fighetto, conosciamo Gregoris che vive e lucra a Londra, ha preso un tavolino col Pampero e i vasetti di ghiaccio e la macedonia di frutta. Pablo si scatena, noi assaporiamo il profumo della figa ricca di soldi neri, e si va via. A casa fumiamo le ultime due sigarette che il padre della sposa ci ha regalato (!), musica, and that's it.
La mattina dopo, inteso come 24 ore dopo, abbiamo addosso la sensazione di aver presenziato ad un evento fantastico, di essere stati capaci di partecipare ad una gioia collettiva. Se ci aggiungete i 20 and more bicchieri di vino e il pochissimo cibo mangiato (cosa mai vista ad un matrimonio italiano), potete comunque solo immaginare l'energia che ci pervadeva in quel momento. Tanto che si discute alle 4 di mattina di balli galiziani e greci, di cultura e apertura...perchè stupirsi?
I fatti: quando la sposa Elena ha aperto la porta della macchina davanti alla chiesa, ha visto Gigio&me per primi (o ultimi, da nubile) e ci fa: "Hi guys!". Capito? Alla fine della festa gli invitati più stretti si chiedevano dove fossero gli italiani, perchè non ballavano ancora (noi eravamo a telefonare a Gaetano, auguri!). Iordanis, dall'entusiasmo, nel salutare la sposa la bacia sulla boccaL'esperienza più greca della nostra vita.
Mi addormento appena dopo sentire Iordanis pronunciare: "sono COSMOPOLITAN, come la rivista", all'interno di un discorso sul mondo multietnico.
Il giorno dopo si parte finalmente per un'isola, Samothraki. I gabbiani inseguono la nave, così vicini che sembra possibile toccarli. Sul ponte un gruppo di arzilli vecchietti se la canta felice, con tanto di testi scritti e pose per i fotografi. Son tanto coccoli che Iordanis vuole invecchiare, ma anche per poter camminare con le mani giunte dietro la schiena senza che nessuno lo pigli per il culo. L'unico che non gradisce è Gigio, che nemmeno abbandonato il porto già era spiaggiato, ma i cori gli impedivano di dormire... Pablo è lì, sembra a suo agio come uomo di mare, e poi i suoi capelli sventolanti al vento son già di per loro uno spettacolo. Forse pensava ai come erano meglio le navi galiziane.. Sbarcati sull'isola ci accampiamo in un campeggio antifascista, situation hippye, bonghi, birrette da asporto e sigarette contate: questa sarà la nostra prima serata off, dopo 9 di ubriachezza a volte molesta. Ci voleva evidentemente un'isola per isolarci da questo trend.
I giorni dopo trascorrono tranquilli, tra sole e spiaggia, e cene e vino. Poco da annotare sul taccuino insomma, tranne una nota: Bruttezze, ovvero cronaca di un approccio. Trascrivo. Dopo aver cenato in una taverna, aver sbevazzato sipuro e discusso di capitalismo ed esserci dati degli idealisti (in vino veritas: senza idea non c'è cambiamento), ci rendiamo conto di esserci fumati, nella foga della discussione, quasi tutte le sigarette. Speriamo nel market del campeggio, ma è chiuso. Spinto da Pablo e dalle sue scimmie, Iordanis lo accompagna all'inseguimento di alcune tipe in cerca di tabacco (sè, tabacco..). Si inizia con le solite domande da carta d'indentità e col solito teatrino: noi portiamo l'alcol, beviamo solo noi come mmerde e le tipe rimangono sobrie e vigili.Mah. Forse c'è qualcosa in questa tattica perfetta che non funziona... Gigio parte attore, Pablo col suo fantastico mondo galiziano, io rollo sigarette per tutti. E intanto il gin e il rhum puri iniziano a scendere. Quando finalmente siamo di nuovo ubriachi, che se ne sentiva la mancanza, inizia il peggio del repertorio di Pablo, lo zoo. Versi di animali vari, gesti di bestie immaginarie ci portano verso il fondo dell'Arca di Noè. In qualche modo spegniamo Pablo e si torna in tenda, dopo aver parlato con due giovani pescaresi in interrail.
Il resto della cronaca dell'approccio a queste tipe è un succo concentrato di eventi tragici, comici, di cose da non fare se vuoi rimorchiare. Tipo, invitarle la mattina in spiaggia, vedere dove si posizionano, e andare dalla parte opposta. Avvicinarle dicendo che ce ne stiamo andando a prendere un po' di sole in un'altra spiaggia e poi ci sdraiamo all'ombra vicino a loro a leggere i nostri libri. Dar loro un appuntamento per cena e lasciarle ad aspettarci ore mentre ci improvvisavamo Grisù per spegnere un incendio (vero, bello, tragico. Pericoloso, ma non troppo. Emozionante). E per di più ritrovarle dopo, che ci avevano portato l'agnello avanzato, e senza quasi ringraziarle metterci a mangiare in un posto fangoso e poco adatto a delle signorine (ma noi avevamo appena sfidato il fuoco, tsk!).
Alla fine siamo riusciti a passare una sera con le ragazze. Nel mezzo, oltre all'incendio, le cascate e una litigata con Pablo. Il quale nell'ultimo pomeriggio recluta Iordanis per andare ad invitarle a cena. Volevamo mangiare pesce, l'ultima sera. Siam finiti a pitaghyros e souvlaki (non garantisco l'ortografia) e birre e vino (bruttezze go on). L'atmosfera era finalmente rilassata, Pablo e il suo show in mezzo alle fighe, Iordanis col cappello di paglia e le mani nel miele, Gigio in relax a rollare le sigarette di Ianis, un saggio ascetico buddista dalle infinite risorse di tabacco e aggiuntine. Io faccio innamorare una greca con la Francia in testa, il che rappresenta il 25% del nostro successo comune.
Il resto sono 23 ore per fare Salonicco-Milano, via Atene e relativa VIP lounge, la hostess Quattromani che genera la nostra ilarità, e siccome noi non siamo gente da tisane, nonostante le valigie perse (grazie cmq Alitalia), appena arrivati a casa vuoi non farti un paio di birrette con gli amici milanesi? Giusto per contiuare le urban holidays!
PS: scusa Gi', spero sopravviverai.
4 commenti:
wow...ce l'ho fatta!!! ho letto tutto il postvacanzegreche...!!! Ora aspetto solo il conto dell'internet point!!!!eheheheh!!!!
eheh..mica é colpa mia se non c'é l'ADSL a Massafra..ahahahah!
;)
Anch'io sono fiero di me!
Ce l'ho fatta a leggere tutto il post senza pause ..o quasi!
Bravo Andrea: leggero ma con punte di poesia il nostro ci regala un diario dettagliato e puntuale nel quale non recita il ruolo di protagonista ma quello di osservatore partecipante. Voto 8... PROLISSO!
grazie gae, per la dedizione e la resistenza.
Ma soprattutto (e anche Angie) per aver commentato! sapete che frustrazione sbattersi e scrivere e non avere nessun feedback sul proprio operato??!
grazie ancora!
(Prolisso...questa volta dovevate concedermelo!) ;)
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