martedì 15 giugno 2010

L`insostenibile pesantezza dell`Essere

per dimostrare a gaetano che non sono solo bravo a commentare qui o su fb contro di lui, cercando di venire incontro a luca che chiede post fruibili da gente moderna e contemporanea, senza pero' smentire quella vena polemica che mi contraddistingue, scrivo di quanto vorrei discutere verbalmente con voi amici, ma per distanza o distrazione non risulta possibile.

quello che mi ha dato metro stamattina era cingalese, cosi' come tutti i suoi colleghi della free press. non che preferisca la purezza della razza o scemenze simili, ma l`ho preso come un ulteriore segnale che i tempi sono gia' cambiati. la nostra generazione ha studiato, ha cavalcato il progresso tecnologico, la svolta al digitale, pur affondando le proprie radici nel telefono con la rotella..altro che videochiamami! abbiamo tracciato un solco con i nostri nonni e ci portiamo a rimorchio i nostri padri (quanti di voi hanno insegnato ad usare skype alla propria mamma?). pochi sognano di fare l`idraulico, hanno la passione per il legno o per qualsiasi mansione che preveda "il far andare le mani". agli aperitivi e' tutto un export manager, art director, titoli da pubblicitari esibiti come nuova discriminante per uno status di neoborghesia di epoca internettiana.
ma questo perdere il contatto col reale, il tangibile, ci ha portati alla perdita di quei valori su cui un paese come il nostro ha da sempre fondato il suo tessuto sociale, sostituiti da una nuova scala in cui l`apparire e' piu' importante dell`essere, lanciandoci sul palcoscenico del mondo soli contro tutti in questa rappresentazione di vita vivente. citando fight club e palahniuk, gli oggetti che abbiamo ci possiedono (devi avere un iphone!), e siamo il lavoro che facciamo. se quindi poi non abbiamo o non lavoriamo come la contemporaneita' prevede oggi, e' facile capire perche' sia in aumento il partito degli insoddisfatti. non potendo avere tutto il peso di quello che ci manca ci relega a terra abulici.
mi dispiace vedere che anche noi rimaniamo invischiati in queste dinamiche, assomigliando sempre piu' ai quest`uomo moderno che tanto va di moda, ma a che prezzo?

7 commenti:

ilmaestrofromuk ha detto...

PRIMA REGOLA DEL FIGHT CLUB: NON PARLARE MAI DEL FIGHT CLUB!

Anonimo ha detto...

e che è questo pluralia maiestatis? guarda che esiste chi non ha l'iPhone, né la TV, né fa il manager. e nemmeno le luci ultima moda, le moto da fighi o le pareti verdi fashion! (ogni riferimento...) Cat

terri from madrid ha detto...

Il mio cellulare me l'ha regalato per pietà la mia coinquilina dato che giravo con un rottame che manco si sentiva...iPhone, tsé! Ah, e non ho nemmeno un lavoro al momento..quindi se siamo il lavoro che facciamo, dovrei preoccuparmi della mia identità? Eppure mi sento tanto più soddisfatta di quelli del partito degli "insoddisfatti"...ma, Cate, noi siamo troppo figlie dei fiori, nevvero gioventù milanese?

jemsuperstar ha detto...

Il mio cellulare gentilmente prestato da Grace, non ha neanche il T9, faccio un lavoro che non viene considerato dai più perchè poco "creativo" , ma sono felice lo stesso!

ilmaestrofromuk ha detto...

Che amazzoni.....!

graceluce ha detto...

bel post! ma io lo voglio comunque l'iphone!!!! :)

parzialmentesobrio ha detto...

lo so che esistono persone che non badano a queste cose, e io l`aifon non lo voglio, la moto bruuuum e la parete verde e' bellina! la mia era solo una triste constatazione di quanta bella gente ma insoddisfatta giri per il mondo. almeno il mio mondo, quello che incontro, quello che non mi piace.
amme' mi garbano i figli dei fiori... :)
terri, era proprio quello che volevo comunicare: anche senza questi "must", io sono felice lo stesso (forse merito della moto? ghgh)!