Crederci sempre, arrendersi mai!!!
E' mattina, sono le 11, appena sveglio il pensiero vola alla partita, già sono emozionato all'impatto dello Zaccheria, la mia vera trasferta: già, vivendo a Milano mi capita poche volte all'anno di salire i mitici gradoni della Sud, teatro di mille pomeriggi infrasettimanali della mia adolescenza. Lunedì devo essere al lavoro, ma pur di vivere queste emozioni e di poter urlare il mio sostegno alla squadra ho deciso di prendere il treno della notte che mi riporterà su in mattinata. Alle 14.30 mi incontro con una decina di amici all'ingresso del prefiltraggio e via di corsa verso l'ingresso. La partita inizia, io canto, attorno a me sono in poki a farlo, e siamo in curva sud, e allora penso che è davvero più bello in trasferta quando ci si sente davvero una sola voce e un sol cuore con tutti gli altri tifosi. Provo a incitare i miei amici a urlare con me, ma niente, tutti impegnati con le loro analisi tecniche...ma andate a qual paese!!! Perdiamo, continuo a cantare, pareggiamo e continuo a cant...azz perdiamo già di nuovo...si canta ancora...ma più passa il tempo e più mi lascio travolgere dalla disfatta e mi accascio seduto con la testa tra le mani. No, questo no...perchè non tirano tutti come il buon Fabione Giordano? Perchè non siete attenti a dove passate il pallone? Perchè on avete tutti la voglia di pareggiare dii Castelli? Perchè diavolo non ci mettete almeno un quarto della Passione che si respira in curva? Un amico da qualche gradone più in giù mi guarda allibito, mi dice "che hai?" non può capire che significa!!! Prima dell'inizio della partita un pellegrino milanese come me mi urla: Viggiò, domenica ci vieni a Venezia? A Bari direbbero: manco la bocca devi aprire!!! Ora che anche io fischio i miei colori del cuore penso: ma vale la pena soffrire così tanto? Ovviamente si...ma travolto dalla delusione anche io fischio al 2° gol di Plasmati...non so se pentirmene o se servirà per far capire ai giocatori che meritiamo davvero di più. Finisce la partita, torno a casa e la mamma mi dice: ma chi te lo fa fare? Le rispondo con uno sguardo che dice, ancora una volta "non puoi capire". Ore 22.30 salgo sul treno, cerco di pensare ad altro, ma la prima immagine che mi viene in mente è un traghetto che porta centinaia di foggiani allo stadio di Venezia, sorrido e penso: come faccio a non esserci?
martedì 2 ottobre 2007
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1 commento:
fa male, ma se questo non è amore...
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